Fincantieri, leader mondiale nel settore del construction e design navale, chiude i primi nove mesi dell’anno sfruttando la spinta sugli ordini che arriva dalle commesse acquisite nella difesa e nell’eolico offshore. I conti vanno così in archivio con un margine operativo lordo di 276 milioni di euro, in crescita del 60%, e con ricavi per 5,4 miliardi di euro, in aumento dell’1,3%. Il margine ebitda è quindi del 5,1%, in miglioramento rispetto al 3,2% di un anno fa. Quanto al debito, l’asticella è pari a 2,7 miliardi in linea con l’andamento previsto per fine 2023, chiarisce la nota diffusa dal gruppo guidato da Pierroberto Folgiero.
I risultati sono sostanzialmente allineati alle previsioni degli analisti. Confermata la guidance sull’esercizio: le previsioni di volumi di attività consentiranno di consolidare i ricavi sui livelli del 2022, garantendo una marginalità intorno al 5% per cento.
Il carico di lavoro complessivo è di 32,6 miliardi (circa 4,4 volte i ricavi del 2022), diviso in backlog, a 22,2 miliardi (23,8 miliardi al 31 dicembre 2022) e soft backlog (opzioni contrattuali, lettere di intenti, commesse in corso di negoziazione avanzata) per 10,4 miliardi (10,5 miliardi al 31 dicembre’22).
Mentre nei primi nove mesi gli ordini acquisiti sono stati pari a 4 miliardi contro i 3,3 miliardi dello stesso periodo del 2022, grazie, come detto, a un forte contributo del settore della difesa e del wind offshore.
Un tassello, quest’ultimo, su cui l’Ad Folgiero sta spingendo molto convinto che la solida expertise del gruppo possa consentire di giocare in prima linea questa partita. «I risultati raggiunti nei primi nove mesi del 2023 dimostrano una progressione positiva verso gli obiettivi che ci siamo dati nel nuovo piano industriale in termini operativi economici e finanziari», commenta l’Ad Folgiero. «La soddisfazione per la performance produttiva nasce dal fatto che le 17 navi che abbiamo consegnato nel periodo in 10 cantieri sono state realizzate grazie alla competenza ed alla dedizione delle nostre persone, avendole progettate durante il Covid e costruite in un contesto caratterizzato dall’escalation del costo dei materiali e da alcune difficoltà nel reperimento della manodopera».
Fonte: Sole 24 Ore
Fincantieri, leader mondiale nel settore del construction e design navale, chiude i primi nove mesi dell’anno sfruttando la spinta sugli ordini che arriva dalle commesse acquisite nella difesa e nell’eolico offshore. I conti vanno così in archivio con un margine operativo lordo di 276 milioni di euro, in crescita del 60%, e con ricavi per 5,4 miliardi di euro, in aumento dell’1,3%. Il margine ebitda è quindi del 5,1%, in miglioramento rispetto al 3,2% di un anno fa. Quanto al debito, l’asticella è pari a 2,7 miliardi in linea con l’andamento previsto per fine 2023, chiarisce la nota diffusa dal gruppo guidato da Pierroberto Folgiero.
I risultati sono sostanzialmente allineati alle previsioni degli analisti. Confermata la guidance sull’esercizio: le previsioni di volumi di attività consentiranno di consolidare i ricavi sui livelli del 2022, garantendo una marginalità intorno al 5% per cento.
Il carico di lavoro complessivo è di 32,6 miliardi (circa 4,4 volte i ricavi del 2022), diviso in backlog, a 22,2 miliardi (23,8 miliardi al 31 dicembre 2022) e soft backlog (opzioni contrattuali, lettere di intenti, commesse in corso di negoziazione avanzata) per 10,4 miliardi (10,5 miliardi al 31 dicembre’22). Mentre nei primi nove mesi gli ordini acquisiti sono stati pari a 4 miliardi contro i 3,3 miliardi dello stesso periodo del 2022, grazie, come detto, a un forte contributo del settore della difesa e del wind offshore. Un tassello, quest’ultimo, su cui l’Ad Folgiero sta spingendo molto convinto che la solida expertise del gruppo possa consentire di giocare in prima linea questa partita. «I risultati raggiunti nei primi nove mesi del 2023 dimostrano una progressione positiva verso gli obiettivi che ci siamo dati nel nuovo piano industriale in termini operativi economici e finanziari», commenta l’Ad Folgiero. «La soddisfazione per la performance produttiva nasce dal fatto che le 17 navi che abbiamo consegnato nel periodo in 10 cantieri sono state realizzate grazie alla competenza ed alla dedizione delle nostre persone, avendole progettate durante il Covid e costruite in un contesto caratterizzato dall’escalation del costo dei materiali e da alcune difficoltà nel reperimento della manodopera».
Fonte: Sole 24 Ore