Airbus, che ha scommesso da tempo sull’idrogeno, ha fatto grandi progressi e i voli di prova potrebbero iniziare già nel 2026 con un A380 provvisto di serbatoi di idrogeno liquido. “Abbiamo due esemplari di aerei su cui stiamo lavorando”, ha spiegato il responsabile infrastrutture per le nuove Energie di Airbus Cristophe Arnold, sottolineando che “il primo è un aereo da 100 posti, il secondo da 200”. Al momento non è ancora stato deciso quale dei due sarà messo in servizio nel 2035. Il minor numero di passeggeri, rispetto ad un attuale aereo come può essere l’Airbus A 380, che di passeggeri ne può ospitare tra i 520 e gli 850 a seconda della configurazione, è dovuto al “maggior ingombro” dei serbatoi di idrogeno.
Secondo l’amministratore delegato di Sea Aeroporti di Milano, Armando Brunini del resto l’idrogeno è un passo obbligato e “non esistono alternative” per l’aviazione civile.
“Le analisi – ha spiegato – dicono che per la componente di emissioni per gli aerei in volo il Saf (il carburante sostenibile per l’aviazione) da solo non sarà sufficiente, bisogna per forza fare un salto tecnologico”, che prevede appunto “aerei elettrici per le soluzioni più piccole e a idrogeno per quelli di maggior dimensioni”. “Airbus scommette su questa tecnologia – aggiunge – ed è giusto premiare il loro coraggio”. Una sfida anche per Sea e che per Brunini è “una maratona” con tanti “obiettivi intermedi”. Tra questi la realizzazione del primo “piccolo impianto di produzione di idrogeno in un aeroporto” nel 2024. “Non servirà immediatamente gli aerei – ha commentato – ma i mezzi a terra e sarà una prima pietra miliare per rendere i nostri aeroporti pronti per l’idrogeno
Fonte: ANSA
Airbus, che ha scommesso da tempo sull’idrogeno, ha fatto grandi progressi e i voli di prova potrebbero iniziare già nel 2026 con un A380 provvisto di serbatoi di idrogeno liquido. “Abbiamo due esemplari di aerei su cui stiamo lavorando”, ha spiegato il responsabile infrastrutture per le nuove Energie di Airbus Cristophe Arnold, sottolineando che “il primo è un aereo da 100 posti, il secondo da 200”. Al momento non è ancora stato deciso quale dei due sarà messo in servizio nel 2035. Il minor numero di passeggeri, rispetto ad un attuale aereo come può essere l’Airbus A 380, che di passeggeri ne può ospitare tra i 520 e gli 850 a seconda della configurazione, è dovuto al “maggior ingombro” dei serbatoi di idrogeno.
Secondo l’amministratore delegato di Sea Aeroporti di Milano, Armando Brunini del resto l’idrogeno è un passo obbligato e “non esistono alternative” per l’aviazione civile. “Le analisi – ha spiegato – dicono che per la componente di emissioni per gli aerei in volo il Saf (il carburante sostenibile per l’aviazione) da solo non sarà sufficiente, bisogna per forza fare un salto tecnologico”, che prevede appunto “aerei elettrici per le soluzioni più piccole e a idrogeno per quelli di maggior dimensioni”. “Airbus scommette su questa tecnologia – aggiunge – ed è giusto premiare il loro coraggio”. Una sfida anche per Sea e che per Brunini è “una maratona” con tanti “obiettivi intermedi”. Tra questi la realizzazione del primo “piccolo impianto di produzione di idrogeno in un aeroporto” nel 2024. “Non servirà immediatamente gli aerei – ha commentato – ma i mezzi a terra e sarà una prima pietra miliare per rendere i nostri aeroporti pronti per l’idrogeno
Fonte: ANSA