Il reattore a fusione nucleare in costruzione a Cadarache, nel sud della Francia, è il luogo in cui ci si attende il passo avanti epocale: l’accensione di una scintilla di Sole sulla Terra, a 150 milioni di gradi, con difficoltà tecniche enormi. Il progetto si chiama ITER (Cammino), è stato ideato nel 1985 durante un vertice Reagan-Gorbaciov e avviato nel 2005. Ha 20 miliardi di budget e si autodefinisce il più ambizioso al mondo nel campo dell’energia. A guidare il cammino dal primo ottobre ci sarà un ingegnere italiano, Pietro Barabaschi, 56 anni, originario di Genova, ma poi volato in Gran Bretagna, Stati Uniti e Germania, dove ha passato la vita a costruire pezzi di reattori a fusione. Barabaschi definisce ITER : «Un esperimento, un progetto e una sfida senza precedenti, che unisce gli sforzi di migliaia di scienziati e ingegneri.
Se riusciremo a risolvere i tanti problemi scientifici e tecnici che ci restano davanti, e se poi riusciremo a rendere questa tecnica economica, allora penso che avremo abbondanza di combustibile per rendere la fusione possibile». A proposito dell’opportunità di ricorrere ancora al Nucleare ha poi dichiarato: «Ogni sorgente di energia ha pro e contro. Nulla è senza problemi. Dal mio punto di vista l’energia nucleare rimane una componente importante, insieme alle rinnovabili, per arrivare all’eliminazione graduale della nostra dipendenza dai combustibili fossili. Penso che si debba investire sulle tecnologie consolidate e nello stesso tempo sul futuro. Fissione e fusione nucleare possono essere realizzate in due scale di tempo completamente diverse e andrebbero perseguite in parallelo».
Fonte la Repubblica: Elena Dusi
Il reattore a fusione nucleare in costruzione a Cadarache, nel sud della Francia, è il luogo in cui ci si attende il passo avanti epocale: l’accensione di una scintilla di Sole sulla Terra, a 150 milioni di gradi, con difficoltà tecniche enormi. Il progetto si chiama ITER (Cammino), è stato ideato nel 1985 durante un vertice Reagan-Gorbaciov e avviato nel 2005. Ha 20 miliardi di budget e si autodefinisce il più ambizioso al mondo nel campo dell’energia. A guidare il cammino dal primo ottobre ci sarà un ingegnere italiano, Pietro Barabaschi, 56 anni, originario di Genova, ma poi volato in Gran Bretagna, Stati Uniti e Germania, dove ha passato la vita a costruire pezzi di reattori a fusione. Barabaschi definisce ITER : «Un esperimento, un progetto e una sfida senza precedenti, che unisce gli sforzi di migliaia di scienziati e ingegneri. Se riusciremo a risolvere i tanti problemi scientifici e tecnici che ci restano davanti, e se poi riusciremo a rendere questa tecnica economica, allora penso che avremo abbondanza di combustibile per rendere la fusione possibile». A proposito dell’opportunità di ricorrere ancora al Nucleare ha poi dichiarato: «Ogni sorgente di energia ha pro e contro. Nulla è senza problemi. Dal mio punto di vista l’energia nucleare rimane una componente importante, insieme alle rinnovabili, per arrivare all’eliminazione graduale della nostra dipendenza dai combustibili fossili. Penso che si debba investire sulle tecnologie consolidate e nello stesso tempo sul futuro. Fissione e fusione nucleare possono essere realizzate in due scale di tempo completamente diverse e andrebbero perseguite in parallelo».
Fonte la Repubblica: Elena Dusi