Si è svolto a Milano dal 13 al 15 Settembre l’evento MilanoParigiCapitali 2022, organizzato da CLASS Editori, in collaborazione con IREFI, e dedicato quest’anno al rapporto tra Francia ed Italia, ed alle conseguenze pratiche del Trattato del Quirinale nella politica economica dei due paesi.
Il dibattito si è articolato lungo quattordici Tavole Rotonde nel corso di tre giorni, ed ha visto la trattazione di alcuni degli argomenti principali su cui si sta sviluppando l’impegno di IREFI in questi anni. La partecipazione del Presidente Fabrizio Maria Romano a quelle che più richiamavano tematiche già affrontate dall’Istituto in altre iniziative precedenti, ha potuto offrire un contributo di esperienza e di dati già assimilati alla discussione.
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13 Settembre
LE CHANCE DEL TRATTATO NELLA NUOVA GEOPOLITICA EUROPEA
Il primo Panel in programma, dopo i saluti istituzionali di Giuseppe Sala, Sindaco di Milano, Teresa Castaldo, Ambasciatrice d’Italia in Francia e Christian Masset, Ambasciatore di Francia in Italia, ha visto gli interventi di Paolo Panerai, Editor in Chief e CEO di Class Editori, Fabrizio Maria Romano, Presidente di IREFI, Stéphane Boujnah, CEO di Euronext, Jean-Pierre Darnis, Direttore del master in relazioni franco italiane, Université Côte d’Azur (UCA), e professore di storia contemporanea alla LUISS Guido Carli, Louis Dreyfus, Président du Directoire, Groupe Le Monde, e Sandro Gozi, Deputato al Parlamento europeo.
In questa sede più politica, Fabrizio Romano ha sottolineato come il lavoro di IREFI vada nella direzione di avvicinare le due parti, culturalmente vicine, ma con differenze di approccio che vanno comunque appianate per creare fiducia e quindi anche le condizioni di una collaborazione a 360°. Il successivo Panel dedicato al Paradosso della Prossimità avrà modo di precisare meglio il tipo di lavoro necessario per procedere in questa direzione.
Paolo Panerai da parte sua ha sottolineato il fatto che attualmente il 75% del risparmio impiegato in Italia per investimenti va a finanziare imprese estere, e che seppure esista una Borsa unica a livello europeo, tuttavia la presenza di trattamenti fiscali diversi non consentono di parlare di una borsa realmente europea, che esisterà quando questi ultimi verranno unificati. Quanto ai campi di collaborazione tra Francia ed Italia sono vari e diversificati, buon ultimo quello dell’aviazione con l’accordo ITA-Air France-Certares. A livello editoriale infine servirebbe un rafforzo del rapporto tra editori europei per limitare lo strapotere delle grandi piattaforme americane.
Sandro Gozi si è invece soffermato sulle prospettive del Trattato del Quirinale, che nasce dalla vicinanza tra Macron e Draghi, e che ha ora bisogno del lavoro concreto che i due hanno in parte avviato. Il rapporto tra Italia e Francia va inoltre sviluppato in direzione della Germania con cui la Francia ha già sviluppato l’abitudine ad un confronto preventivo, che sarà lo stesso cui dovranno abituarsi anche Francia ed Italia.
L’intervento di Louis Dreyfus ha allo stesso modo evidenziato l’importanza di lavorare di concerto tra i due paesi, mettendo in atto programmi comuni in un contesto difficile. Parlando del settore dei Media Europei, il Presidente del direttorio di “Le Monde” ha affermato che la UE deve difendere l’indipendenza dei Media ed il loro business model, e per questo serve anche uno sguardo europeo comune che si rivolga ai contenuti ed una collaborazione tra i Media dei vari paesi. La sfida digitale è quella di collaborare con le grandi piattaforme americane che hanno maggiori conoscenze nel settore, ma tenendo fermi i principi di indipendenza ed i diritti da salvaguardare. È necessario infine rivolgersi di più ai giovani ed aumentare la capacità di discernimento dei lettori.
Jean-Pierre Darnis ha ammonito che l’ascesa della destra in Italia può lasciare dei dubbi sul futuro del Trattato del Quirinale, anche se una vera prospettiva di rottura non sembra essere alle viste, ed ha sottolineato che gli Investimenti Diretti che riguardano Francia ed Italia hanno necessità di uno strumento come il Trattato del Quirinale per evitare problemi di rapporti bi-laterali nelle transazioni economiche. Quello che serve in definitiva è un lavoro strutturale per creare futura stabilità di rapporti tra i nostri due paesi.
Stéphane Boujnah, infine, parlando del caso specifico dell’esperienza di Euronext, che è un concreto caso di collaborazione di Francia ed Italia su un settore strategico, ha messo in evidenza di come il progetto di Euronext vada nella direzione di modernizzare il mercato dei capitali europei, e di come Borsa Italiana abbia ora un respiro europeo. Francia ed Italia sono le due realtà maggiori all’interno di Euronext, ed il Data Center dell’organizzazione è stato trasferito da Londra a Ponte San Pietro (Bergamo). Oltre a questi aspetti ci sono poi quelli dedicati alle aziende da promuovere, e a questo proposito sono stati lanciati sul mercato due panieri specifici, uno dedicato alle aziende che lavorano sugli aspetti climatici e sulla transizione verde ed uno dedicato ai Tech Leader, entrambi a sostegno delle aziende italiane del settore. Da parte loro le autorità italiane si stanno finalmente muovendo per alleggerire le condizioni di quotazione a Milano, che un aspetto molto importante. Quello che serve è un’ambizione europea che vada oltre i pregiudizi locali, ma ora Italia e Francia sono molto più vicine e dentro Euronext già funzionano da traino. È comunque necessario, per l’interesse comune, investire molto nel capitale umano.
IL PARADOSSO DELLA PROSSIMITÀ
Il secondo Panel in programma, dedicato proprio al tema del Paradosso della prossimità, introdotto e coordinato da Fabrizio Maria Romano, ha visto l’intervento di Francesco Bonfiglio, Ceo di Gaia-X, Giovanni Brianza, Amministratore Delegato di Edison Next, Giorgio Dacome, Head of Industry – Industrial Manufacturing – Corporate Banking Division – Large Corporate Market – Industry Sectors and MNCs, BNL BNP Paribas, Francesca Puggioni, Managing Director Southern Europe, Orange Business Services e Mario Virano, Direttore Generale, Telt-Tunnel Euralpin Lyon Turin, tutti a vario titolo impegnati in ambienti in cui l’interculturalità italo-francese ha caratteri di centralità.
La discussione è stata lanciata da Fabrizio Romano, che ha sottolineato come questo sia il tema centrale di IREFI, quello su cui si è formata l’idea stessa dell’azione dell’Istituto. Molti business sono caduti in passato per via di incomprensioni dovute al fatto che la struttura mentale francese e quella italiana hanno zone d’ombra. A livello universitario si è potuto dimostrare che ci sono motivi interculturali che hanno portato il 70% delle possibili acquisizioni a fallire entro i tre anni. IREFI riunisce coloro che sono d’accordo sull’importanza dell’interculturale come strada per risolvere il paradosso della prossimità, e sulla necessità di cercare l’unione dei talenti da riunire per creare nuovi campioni franco-italiani e sostenere quelli esistenti.
Mario Virano ha proposto l’esempio concreto di TELT che, nata per la gestione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione rappresenta un caso di scuola dell’interculturalità franco-italiana. Il termine paradosso a suo avviso è estremamente giusto, perché è capace di esprimere sia la vicinanza che le differenze. Per TELT la bi-nazionalità è un’opportunità per unire capacità tecniche che vengono da diverse tradizioni entrambe molto valide, ma anche un’opportunità per riavvicinare legislazioni su temi delicati, come è stato il caso della legislazione anti-mafia francese che per motivi legati alla gestione degli appalti si è dovuta adeguare a quella italiana, molto più avanzata.
Francesca Puggioni da parte sua ha ricordato che Orange lavora da tempo per portare dall’Italia alla Francia e viceversa quanto entrambi hanno di meglio, Quando vanno in giro per il mondo gli europei si identificano volentieri come tali, ma quando agiscono in Europa ci sono ancora differenze, le stesse che spesso si trovano negli USA tra i vari territori, ma in quel caso alla fine l’unificazione è garantita dal fatto che la logica è sempre quella del Sake of business. Orange lavora con convinzione per l’unione dei talenti tra Francia ed Italia, anche se la lingua unificatrice è sempre l’inglese, anche perché sul piano pratico ci sono competenze specifiche, come ad esempio quelle sulle pratiche burocratiche italiane, che suggeriscono la necessità di manager italiani che siano operativi sull’area italiana.
Giorgio Dacome ha concordato sulla centralità della lingua inglese come medium per favorire una più vasta comunicazione interculturale, ed anche sulla necessità di una mediazione culturale accurata per fare business. All’interno di BNL BNP Paribas questa mediazione è stata effettuata, ed è operativa tutti i giorni, ed in qualche modo la sua storia personale all’interno della banca è una dimostrazione di questo sforzo verso il lavoro di traduzione di mentalità che è così centrale quando si parla di interculturalità.
Giovanni Brianza nella sua esperienza con Edison Next ha invece posto l’accento sull’importanza delle esperienze sul campo che contribuiscono a superare le barriere e a proporre soluzioni valide per entrambi i paesi. Un esempio in questo senso è la collaborazione tra Edison Next ed Ansaldo Energia a Marghera per la costruzione di piccoli reattori. Nei fatti il rapporto con la Francia aiuta l’Italia a sviluppare competenze specifiche, come nel caso degli elettrolizzatori per la produzione di Idrogeno, all’interno del programma comune per la decarbonizzazione. Ma anche i francesi hanno bisogno delle competenze italiane per affrontare la complessità burocratica italiana ed usano in questo senso i manager italiani che a loro volta hanno modo di apprendere anche dalla logica centralizzata della PA francese.
Francesco Bonfiglio in qualità di CEO di GAIA-X che è il più importante programma di digitalizzazione attivo nella UE, ha sottolineato il fatto che in Italia ci sia molta frammentazione, come pure in Europa e che Next Gen EU ha dato slancio per superare questa situazione. GAIA–X crea al suo interno dei veri e propri casi d’uso specifici, mettendo le persone che agiscono in campi tra loro omogenei e che riferiscono tutti a realtà locali, attorno ad un tavolo. Il progetto diventa così tras-nazionale e crea sinergie tra i governi che partono dal basso. La sovranità digitale dell’Europa è uno dei termini centrali del discorso futuro e sia per questa che per la sovranità energetica per cui siamo già in ritardo, nessuno può fare a meno degli altri in Europa.
I lavori di questa Tavola Rotonda sono stati conclusi da Fabrizio Romano che ha fatto notare come nella relazione tra Francia ed Italia pesi molto il fatto che il sistema francese sia percepito come più forte dagli italiani. C’è però un caso di scuola, quello della moda, in cui è stato possibile dimostrare che mettere insieme l’organizzazione francese e la creatività italiana porta a risultati positivi, e quindi si conferma che è necessario saper mettere insieme questa doppia anima franco-italiana.
UNA NUOVA EURO-BORSA E LE OPPORTUNITÀ PER LE PMI
Il Panel successivo, dedicato alle prospettive delle PMI con la nuova Borsa Europea ha visto la partecipazione di Barbara Lunghi, Head of Equity Listing Italy, Euronext, Giovanni Natali, Amministratore Delegato e Direttore Generale, 4Aim Sicaf, Andrea Vismara, CEO, Equita Group e Corinna zur Nedden, Presidente, Mit Sim.
La discussione ha esaminato soprattutto il fenomeno del de-listing che secondo Barbara Lunghi è da compensare con nuove acquisizioni, possibili soprattutto se verrà confermata la semplificazione delle procedure su Borsa Italiana. Il lavoro va impostato sul medio-lungo periodo, il 2022 doveva essere un anno di ripresa, ma la situazione generale sembra stabile. Anche per Giovanni Natali i problemi sulla quotazione delle società in Borsa sono da vedere più su CONSOB che su Euronext. Le PMI sono le nostre eccellenze ed Euronext sarà un’opportunità, ma insieme a loro deve crescere in maniera coordinata tutto il sistema che ruota attorno alle imprese, banche, commercialisti ed avvocati. Per Andrea Vismara la diminuzione delle grandi società quotate è un fenomeno globale, in Italia si nota più che altro la tendenza a spostare la sede in realtà fiscalmente più convenienti, e sull’aspetto fiscale non siamo competitivi. Molte operazioni che erano in calendario sono state rinviate, ma la situazione nel complesso rimane stabile, anche se rimane necessario semplificare le procedure. Corinna zur Nedden infine ha sottolineato che normalmente ci si quota dove il mercato cresce di più, e quindi è necessario che il sistema complessivo sia maggiormente unificato per permettere questa crescita. Il Sistema Unico è necessario anche per superare i problemi regolamentari che spesso frenano la voglia delle PMI di quotarsi. Anche per lei come per gli altri intervenuti la situazione, che appare critica a breve, in realtà sembra avere ancora carattere di stabilità.
14 Settembre
CAPITALI PER LE IMPRESE, IL NUOVO PARADIGMA
La prima Tavola Rotonda del secondo giorno, dedicata al coté finanziario del rapporto tra Francia ed Italia, moderata da Gabriele Capolino, Direttore Associato di CLASS CNBC, ha potuto contare sull’intervento di Alessandro Binello, CEO di Quadrivio Group, Yann Chareton, Head of Buyout Italy & Managing Director di Ardian Italy, Luigi De Vecchi, Presidente Continental Europe for Corporate and Investment Banking di Citi, Ariberto Fassati, Presidente di Crédit Agricole Italia, Federico Ghizzoni, Presidente di Rothschild Italia, Roberto Magnifico, Partner e Board Member di LVenture Group, Andrea Munari, Presidente, BNL-BNP Paribas, Nicola Occhinegro, Founder e Ceo di Finanza.tech, Giovanni Tamburi, Founder e Ceo di TIP e Flavio Valeri, Presidente, di Lazard Italia.
Andrea Munari ha definito il rapporto tra Francia ed Italia fondamentale per l’Europa, al punto che gli sforzi reciproci andrebbero coordinati almeno allo stesso modo di quanto fa la Francia con la Germania. BNL BNP Paribas da parte sua si inscrive in questo rapporto guardando a lungo termine, come nella tradizione delle Banche Commerciali, con particolare attenzione alle tematiche ESG. Esiste indubbiamente al momento una forte centralità del problema dell’emergenza energetica, che incide molto sulla marginalità delle PMI, ma con capacità da parte loro di mantenere le quote di mercato. Un problema da affrontare con convinzione che inciderà molto sul lungo termine, è poi quello dell’aumento del capitale digitale del paese.
Ariberto Fassati ha sottolineato i 50 anni di presenza a vario titolo di Crédit Agricole in Italia. Il Management che agisce in Italia è in gran parte italiano e gode di grande fiducia da parte dell’azionista francese. Oltre a questo, c’è la collaborazione con BPM, di cui Crédit Agricole è azionista di minoranza, quella a livello finanziario con Stellantis e quella con Edison. Le contingenze politiche, qualsiasi possano essere non potranno più variare questi rapporti. Quanto all’inflazione che sta riapparendo dopo molto tempo, non si dovrebbe trattare di un problema continuativo sul lungo termine, e quindi bisogna essere attenti a non prendere decisioni drastiche. I problemi sull’energia si vedranno soprattutto nel 2023 ma le PMI italiane ora sono più organizzate che in passato.
Luigi De Vecchi ha inaugurato la serie di interventi dei banchieri privati, facendo notare che in 5 anni il mondo è cambiato e da globale è ora ridiventato bi-polare, e la posizione attuale dell’Europa è un po’ quella del vaso di coccio tra i vasi di ferro, soprattutto dopo la Brexit: in questa situazione c’è bisogno di più Francia ed Italia insieme. Le grandi operazioni industriali degli anni passati (Del Vecchio e Agnelli) hanno aperto una strada per altri player franco-italiani forti. Ma dipende molto dalla governance che si riesce a mettere in campo, l’Italia deve fare leva sulle PMI e sull’appoggio che ad esse può essere dato dal Venture Capital, ed in questo senso l’aumento dei tassi potrà dare più spazio a questa soluzione, ma anche dalle Università, fornendo il capitale umano necessario.
Federico Ghizzoni ha affermato che in un quadro in cui l’Europa si deve ricompattare su diversi aspetti operativi, i trattati bi-laterali come il Trattato del Quirinale, possono essere importanti. Banca Rotschild in Italia può contare su personale italiano che conosce il territorio e sa come operare, anche se esiste una grossa differenza tra Francia ed Italia data dai fondi Private Equity che in Italia hanno meno possibilità finanziarie. Il tema centrale al momento è quello della transizione energetica, in un quadro generale in cui bisognerà tornare a concentrarsi sull’Economia reale.
Yann Chareton ha poi sottolineato come l’azione del fondo Ardian in Italia si svolga su tre settori: Sanità, Infrastrutture ed Energia, con azione a lungo termine con focus su una rete come quella delle PMI italiane che ha grande valore. Una delle realtà più rappresentative tra quelle seguite da Ardian è senza dubbio DEDALUS, che nato per fornire Software ad ospedali e strutture mediche, ha ora una penetrazione sul mercato italiano del 70% ed una presenza leader anche sul mercato europeo ed internazionale.
Sul caso di Dedalus si sofferma anche Giovanni Tamburi che vede un caso di scuola delle diverse potenzialità finanziarie tra Italia e Francia in questa azienda che, seguita all’inizio da TIP, e cresciuta con l’aiuto dell’attività di Venture Capital classico sia poi dovuta passare, per crescere a livello internazionale con un fondo come Ardian dal valore di 140 Miliardi. Oltre a questo, si può dire che il momento è difficile, ci sono ancora molti ordini ma non affrontabili attualmente, c’è molta finanza da impiegare ma anche grande volatilità. Al momento il caso di investimento italiano in Francia di maggiore rilievo che può essere citato è quello di Roche–Bobois in cui la creatività dei mobilieri italiani si è potuta sposare con la capacità distributiva francese.
Flavio Valeri ha invece elencato i settori in cui possono nascere altri campioni franco-italiani e su cui l’attenzione di Lazard Italia si manterrà alta, in particolare Telecomunicazioni, Cantieristica, l’attività attorno a Leonardo e quella attorno ad Enel. Ci sono senza dubbio difficoltà in arrivo ma sono cicliche e già periodi del genere sono stati affrontati in passato.
Secondo Alessandro Binello i settori su cui si potrà investire ancora con fiducia sono Sanità, Lusso e Tecnologia innovativa, e per fare questo Quadrivio può contare su un forte rapporto con la Francia, rappresentato da una maggioranza al suo interno di investitori francesi che rimangono molto interessati ed ammirati dalla realtà delle PMI italiane.
Roberto Magnifico ha evidenziato come il Venture Capital oltre che negli USA sia in crescita anche in Italia tramite l’azione di CDP e del PNRR, ma servono ancora pressioni sul Fondo Europeo di Investimento che destina all’Italia una somma di 150 Milioni, contro i 400 Milioni garantiti per esempio alla Spagna, anche superiori le somme per la Francia e la Germania.
Nicola Occhinegro infine ha sottolineato la centralità del digitale sull’azione degli investitori che hanno necessità di verificare la qualità dei crediti nelle loro azioni di due diligence. Un particolare settore in cui attualmente il Finance-Tech può aiutare gli investitori è quello dell’analisi degli investimenti sulle rinnovabili.
COME INCENTIVARE IL RISPARMIO NAZIONALE VERSO IL CAPITALE PRIVATO
Il secondo Panel di giornata, dedicato al risparmio privato, ha visto la partecipazione di Santo Borsellino, Head of Asset & Wealth Management Governance Implementation & Sustainability di Banca Generali, Lorenzo Alfieri, Country Head Italia, J.P. Morgan, e di Saverio Perissinotto, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Eurizon.
Santo Borsellino ha subito evidenziato come la propensione al risparmio dopo il COVID sia diventata anche più alta di prima. In Italia esiste una liquidità complessiva di 10.000 Miliardi di cui 1700 Miliardi è sui conti correnti. Portare almeno una parte di questo risparmio a sostegno delle aziende italiane richiede un diverso approccio dei Management, soprattutto da parte dei Campioni Franco-Italiani che rappresentano la prima linea visibile dell’impegno imprenditoriale comune e poi uno sviluppo più diffuso dell’approccio digitale, legato alla capacità dell’industria di innovare. Il passaggio naturale per questo tipo di impieghi è il mercato azionario, ma serve anche un diverso e più credibile approccio dei gestori di capitale privato verso l’asset management, ed a questo proposito è anche necessario semplificare i prodotti che vengono proposti. Oltre a tutto questo è chiaro come il flusso di liquidità verso l’economia reale debba come sempre essere legato all’incentivazione fiscale.
Saverio Perissinotto ha sottolineato come il risparmio sia il vero valore del mercato italiano, ma non sempre allocato in maniera efficace, come succede invece in Francia, dove il risparmio gestito ha più peso. Il ponte per il finanziamento da risparmio deve essere gestito in maniera graduale, partendo dagli incentivi fiscali, ma serve anche una maggiore educazione finanziaria di base. Il Risparmio italiano è il vero grande Asset del nostro paese.
Lorenzo Alfieri ha infine messo in evidenza come esista un’evoluzione del risparmio verso l’investimento finanziario, e che seppure in un momento di difficoltà come questo non ci sia nessuna fuga dai vari portafogli. I PAC sono in ulteriore crescita, a testimonianza di una diversa capacità di analisi rispetto al passato ed una diversa attitudine di tipo maggiormente europeo. Sarà molto importante nel prossimo futuro saper gestire la complessità del tema ESG.
15 Settembre
ENERGIA, ESISTE UNA COMUNE ROAD MAP?
Il primo Panel della terza giornata, dedicato ad un altro dei temi conduttori di IREFI, quello dell’Energia e per questo coordinato dal Presidente Fabrizio Maria Romano ha visto la partecipazione di Gabrielle Gauthey, Senior Vice-President for European Public Affairs, Total Energies, di Christine Goubet-Milhaud, Presidente, Union Française de l’Electricité, di Guido Bortoni, Presidente di CESI ed ex Presidente di ARERA, di Agostino Re Rebaudengo, Presidente di Elettricità Futura e di Claudio Descalzi AD dell’ENI.
Fabrizio Maria Romano ha introdotto i lavori sottolineando come IREFI organizzi oramai da anni un Forum sull’energia a Parigi che è divenuto uno dei luoghi di interculturalità su cui si incardina la collaborazione tra Francia ed Italia su temi strategici, e che molti dei temi che saranno esaminati in questa sede avranno poi modo di essere approfonditi nelle iniziative successive di IREFI.
Fabrizio Bortoni ha evidenziato come, se parliamo di mix energetico, sia difficile pensare di trovare un fornitore che possa essere sempre affidabile. Ogni transizione ha pregi e difetti, ma alcune transizioni se non sono bilanciate presentano rischi (come ad esempio puntare troppo sull’elettric). Guardando alla storia dell’interconnessione elettrica tra Francia ed Italia si tratta di crearne altre che possano agire sulle rinnovabili, in particolare sull’Idrogeno, che è un campo dove è possibile un ottimo ticket di sviluppo (non solo sull’Idrogeno verde, ma anche su quello rosa che interessa molto ai francesi), ed è una potenziale ottima fonte di stoccaggio per l’elettricità.
Agostino Re Rebaudengo ha sottolineato il fatto che la crisi energetica sia nata da prima, e che ce n’è in atto anche una climatica. Sarà necessario tenere conto della pluralità delle fonti. Italia e Francia hanno un grosso potenziale sulle rinnovabili, e lo sviluppo della filiera industriale dovrà seguire di conseguenza, ad esempio sui pannelli solari. Un altro campo di collaborazione tra i due paesi sarà quello della ricerca nucleare di quarta e quinta generazione, e sicuramente anche quello dell’Idrogeno.
Claudio Descalzi che è intervenuto tramite apposita intervista ha dichiarato tra le altre cose: “”Il nostro piano è di sostituire, tra questo e l’anno prossimo, poco più del 50% del gas che noi di ENI importiamo dalla Russia”, ha spiegato Descalzi, “dopodiché nel 2023-24 arrivare all’80% e di svincolarci al 100% nel 2024-25. La situazione attuale è questa: se l’inverno sarà mediamente mite, potremo riuscire a farcela. Dobbiamo essere molto focalizzati – questo inverno sarà il più difficile – e riuscire a diversificare le fonti. Ovviamente è necessario anche proseguire nel cammino delle rinnovabili, dobbiamo incrementare la produzione ma bisogna anche essere molto attenti nei consumi perché non possiamo permetterci di sprecare risorse che non abbiamo”. Ha poi aggiunto nel corso dell’intervista: “Se avessimo maggiore capacità di rigassificazione si potrebbe migliorare ancora il flusso di gas. Servono investimenti. La situazione migliorerà nel tempo. Tutta l’Europa ha bisogno di gas e di diversificare le fonti di approvvigionamento”.
Christine Goubet–Milhaud ha posto l’accento sulla crisi inedita che si sta ripercuotendo su gas ed elettricità. Sul breve termine serve una risposta di livello europeo. La priorità per Francia ed Italia al momento è quello di accelerare sulle rinnovabili per il medio e lungo termine e lavorare sul breve sul costo dell’energia e sul mix energetico necessario per conservare i livelli di energia necessari ad industria e consumo privato. Serviranno meccanismi di solidarietà sia a livello europeo che tra Francia ed Italia. In ogni caso in termini di elettricità i legami tra Francia ed Italia sono notevoli come dimostra l’interconnessione sotterranea tra Savoia e Piemonte, che aumenterà del 40% lo scambio di energia tra i paesi. La parola chiave da questo momento è diversificazione, con necessità di lavorare sul sistema delle reti soprattutto in campo elettrico.
Gabrielle Gauthey infine ha sottolineato come la crisi sia soprattutto sul piano del gas, con il 32% che arrivava dalla Russia e che va sostituito. La cooperazione rafforzata tra Francia ed Italia su petrolio e gas esiste di fatto dal 2001, e TOTAL è il primo esportatore di gas tra Usa ed Europa, di cui l’Italia beneficia tramite i terminali di Venezia e della Toscana. Dal punto di vista strategico però bisognerà sviluppare ulteriormente le reti di interconnessione a livello europeo.
TURISMO E TRASPORTI. QUANTO SONO VICINE MILANO E PARIGI
Il secondo Panel di giornata dedicato ai Trasporti ha visto la partecipazione di Arrigo Giana, Amministratore Delegato di ATM, Dariush Kowsar, Directeur Europe, SNCF Réseau, Luca Palermo, Amministratore Delegato di Fiera Milano, Roberto Rinaudo, Amministratore Delegato di Trenitalia France ed Angelo Sajeva, Consigliere Delegato di Telesia.
Arrigo Giana ha sottolineato come la sostenibilità nel lungo periodo richieda investimenti adeguati e capacità di penetrazione nei mercati. In questo senso la Francia è un esempio da seguire. ATM gestisce la Metropolitana di Copenhagen e si è presentata a Parigi per la Gara del progetto Grand-Paris che prevede una parte automatizzata del Metro, campo in cui ATM è specializzata. Il problema più grande da affrontare in prospettiva futura sarà quello dell’Energia che inciderà molto sui costi. Dariush Kowsar ha da parte sua evidenziato l’attuale grande richiesta di traffico ferroviario. La rete italo-francese è una realtà che nella logica del Green Deal appare destinata a crescere. La rete italiana sta sviluppandosi in maniera notevole e migliorare l’interfaccia di rete farà crescere ulteriormente il traffico. Attorno a questo ci sarà bisogno di un adeguato sviluppo industriale. Roberto Rinaudo si è soffermato sulla strategia di espansione di Trenitalia sui mercati europei, che è iniziata dalla Francia, secondo mercato europeo, aperto nel 2020. Il prodotto proposto ha anima italiana ma è attento alle esigenze francesi, e ha riguardato il collegamento tra Milano e Parigi e quello tra Parigi e Lione con una risposta per ora ottima. Luca Palermo ha illustrato invece la realtà fieristica milanese in grosso rilancio nella fase post Covid. Il progetto di attrattività sul turismo congressuale di Milano ora coinvolge anche realtà come Torino e probabilmente in un futuro prossimo anche Firenze, ed il collegamento tra i flussi fieristici ed i flussi trasportati è evidente. Nell’ultimo evento GAS.Tech sono arrivati a Milano 40.000 partecipanti da tutto il mondo, con ricadute significative. Angelo Sajeva infine ha parlato della sua esperienza nella comunicazione all’interno del mondo dei trasporti (Metro – Bus – Aeroporti), il cosiddetto mercato della GO.Tv che viene posta nei luoghi della mobilità. È un mercato in cui l’Italia è evoluta e può pensare di penetrare il mercato francese, che vale 15 Miliardi (quello italiano vale attorno agli 8.5 Mld) ma che nel settore è molto meno sviluppato.
TECNOLOGIA. LO SVILUPPO DEI PILASTRI ITALO FRANCESI
Di nuovo uno dei temi di IREFI per il terzo panel di giornata, dedicato allo sviluppo dei pilastri franco-italiani. E di nuovo un ruolo di coordinamento per il Presidente di IREFI Fabrizio Maria Romano, che ha ricordato, in sede di introduzione, come esista uno specifico articolo del Trattato del Quirinale che si occupi della transizione tecnologica e dei settori strategici da curare nel comune interesse di Francia ed Italia e più in generale dell’Europa. Questo Articolo si riferisce al Cloud, alla Sanità, alle Rinnovabili, al 5G-6G, ai semi-conduttori, alla Cyber-Security ed in generale a tutti quei settori in cui è necessario lavorare per l’indipendenza dell’Europa da fonti esterne. Esiste anche un programma denominato IPCEI (Progetti di Interesse Comune Europeo) che garantisce aiuti economici per le Start Up e le società impegnate in questi settori.
Ai lavori di questo Panel hanno partecipato Giuseppe Di Franco, Group Executive Vice President e CEO di Atos Italia, Andrea Falleni, Amministratore Delegato di Capgemini Italia e Paolo Salvato, SVP Strategy & New Initiatives di Leonardo.
Giuseppe di Franco ha parlato del progetto che sta interessando in questo momento ATOS, ossia il Super Computer Leonardo, il più grande in Europa, con l’80% della capacità realizzativa italiana ed il 20% di quella europea, e destinato allo sviluppo dell’AI. È questa una tecnologia europea che è anche Asset nazionale importante e che nasce dalla collaborazione tra Italia e Francia, con la prospettiva di sostenere il sistema europea basato sull’innovazione, e quindi simbolo di quello che potrebbe essere il lavoro comune di Francia ed Italia in favore dell’Europa.
Andrea Falleni si è invece soffermato sulla Digital Transition che è il tema più seguito da Capgemini, con l’obiettivo di assistere le imprese in trasformazione e favorire la loro implementazione. In Italia si tratta soprattutto di PMI, in Francia di imprese maggiori, ma esiste una notevole affinità sul percorso imprenditoriale comune. Tra Francia ed Italia esistono oramai molti investimenti reciproci, ed anche grandi ed affermate sinergie (Essilor-Luxottica – Stellantis). Il lavoro di Capgemini facilita la sinergia su progetti importanti, come quelli di Leonardo.
Paolo Salvato ha infine parlato proprio dell’esperienza di Leonardo con la Francia, una collaborazione che dura da almeno 40 anni e che è importante per l’autonomia strategica europea. Lo Spazio è sicuramente l’ambito più importante ed occupa tutta la filiera con le attività di Thales Alensia Space e di Telespazio, entrambe reciprocamente partecipate, e la cui alleanza è poi capace di allargarsi ad altri paesi. È a livello di Difesa che però siamo privi di campioni di livello mondiale, Airbus è al decimo posto e Leonardo e Thales molto più dietro. L’aumento dei budget per la difesa deve spingerci in questo senso attraverso un rafforzamento della capacità industriale europea. Particolare interesse deve essere infine portato da Francia ed Italia al controllo dell’area mediterranea.
LUSSO & LIFESTYLE. LA PROTEZIONE DELLA FILIERA
Il Quarto Panel di giornata, e l’ultimo su cui ci soffermiamo, ha infine toccato il tema della Moda e del Mercato del Lusso, uno di quelli che era stato indicato dal Presidente di IREFI come un caso di scuola della collaborazione possibile tra Francia ed Italia. A questa discussione hanno partecipato Ercole Botto Poala, Presidente di Confindustria Moda, Olivier Mellerio, Presidente Onorario di IREFI Jean-François Palus, Group Managing Director di Kering, Andrea della Valle, Presidente ed AD di Tod’s Italia, e Alfonso Dolce CEO di Dolce e Gabbana.
Olivier Mellerio è partito dall’esperienza della sua famiglia, nel settore del Lusso da generazioni in maniera indipendente, per dichiarare che la creatività è importante per perseguire l’eccellenza, e di questa indipendenza ci sono altri esempi importanti in Francia ed in Italia. La moda è per la Francia una realtà di carattere nazionale e non può non mirare ad uno sviluppo internazionale. Il mercato Nazionale rappresenta non più del 20% per Francia ed Italia, e pensare in prospettiva internazionale viene incontro alla domanda diffusa di qualità nel mondo, in cui Francia ed Italia rappresentano da sempre dei punti di riferimento.
Ercole Botto Poala ha invece parlato della necessità di una visione europea nel mondo della moda che possa sostenere l’intera filiera, tramite lo sviluppo della tecnologia e della sostenibilità. In questo settore, più ancora che in altri Francia ed Italia devono abbandonare l’idea della competitività reciproca e fare squadra.
Per Jean-François Palus che, tramite Kering rappresenta marchi come Gucci, Pomellato, Brioni, Balenciaga e Yves Saint-Laurent, le capacità reciproche si integrano nella moda come effetto della vicinanza culturale. L’Italia è la patria del bello e del ben fatto e gode di una rete di PMI agile e performante che nella moda è un Plus e si impone come terra di competenza nel settore del lusso. Kering ha deciso di scommettere sui marchi italiani per questo motivo.
Diego Della Valle che è anche azionista di minoranza all’interno di LVMH ha sottolineato il fatto che in Italia siamo cultori della qualità mentre i francesi hanno il culto del marketing e sono maestri nella costruzione del desiderio. Va bene la Finanza ma non bisogna mai mettere da parte la cultura del prodotto. Il rapporto tra Francia ed Italia nella moda funziona ed è produttivo per tutte e due le parti.
Infine, Alfonso Dolce che ha sottolineato la nuova geografia del capitale che sta emergendo con Focus sul Sud Est asiatico e sul nuovo Medio Oriente (Qatar, Saudi Arabia e Bahrein), bisogna saper avere rispetto di tutti i mercati e delle loro particolarità. La moda francese e quella italiana hanno molto da dare insieme.